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SZIGET FESTIVAL: THE ISLAND OF FREEDOM

Viaggio strano questo. Dopo mille peripezie finalmente il 5 agosto 2013 riesco ad andare allo Sziget: festival di musica internazionale che ogni anno si tiene sull’isola di Óbudai a Budapest (Ungheria) fin dal lontano 1993. Ospita ogni anno, nei suoi 60 stages, artisti di fama mondiale. Oltre ad intrattenere il pubblico in ogni maniera possibile tra spettacoli circensi, spettacoli artistici, workshop vari, sport, ecc…

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Bene questo è l’hanno 2013, il mio viaggio iniziò così…

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7.40 del mattino, questo era l’orario in cui avrei dovuto prendere l’aereo da Milano. Visto che non volevo dormire un’altra volta in aeroporto, decisi di optare per il couchsurfing. Per chi non lo sapesse è un modo per farsi ospitare, senza pagare, da persone che offrono: un divano, un posto per la tenda in giardino, un letto, ecc… Una bella iniziativa che da la possibilità alle persone di entrare in comunicazione con i diversi modi di vivere. Solo che a me, mi è capitata la coppia più strana/apprensiva del mondo.

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Contattai questo ragazzo di 26 anni sul suddetto sito, era l’unico che a Milano offriva un posto e che abitava vicino la stazione (visto che alle 5.00 a.m. avrei dovuto prendere l’autobus per andare in aeroporto). Praticamente, mi chiese di andare lì il pomeriggio presto, senza darmi ulteriori spiegazioni. Io pensai che forse aveva qualche impegno, e che quindi non mi sarebbe potuto venire a prendere. Insomma, arrivai a Milano nel pomeriggio verso le 18.00 e come da accordi si fece trovare in stazione, era con la sua ragazza (si presentarono, i loro nomi erano: Lorenzo e Michel). Fino a qui? tutto normale! se non fosse che tutto quello che capitò dopo, ricollegato a questi due ”individui” ebbe dell’assurdo.

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Mi vennero a prendere e mi portarono a casa loro ad appoggiare le mie cose, dopo di che, mi proposero di andare a fare aperitivo. E anche se non mi andava molto, decisi di andare lo stesso per non essere scortese. Bè, mi andò bene, pagò tutto lui. Comunque proprio lì, in quel bar, iniziarono le assurdità. La prima fu che praticamente ci fermammo lì dalle 20.00 alle 24.00 (orario in cui tornammo a casa) e in tutto questo tempo dove parlammo un po di tutto, io almeno 3 o 4 volte gli cercai di chiedere cosa facessero della vita, non mi risposero mai sviando il discorso con molta nonchalance. Vabbè lasciamo stare. Tornammo a casa loro e mi accorsi che non è che era grande, di più. Praticamente prendeva tutta la circonferenza di un palazzo. Dentro c’erano sette stanze più la cucina (enorme con l’isola), un salotto e 4 bagni. Tutto arredato con oggetti di design. Pazzesco! Andai a dormire immersa nel lusso più assoluto. L’indomani mi alzai alle 4.00 a.m. per avere il tempo di fare anche la doccia. Mi diressi verso la cucina per lasciargli un bigliettino di ringraziamento, e loro? Erano lì! Lui al pc a lavorare (quello che mi disse) e lei su divano che mi aspettava dopo avermi preparato una colazione da hotel extra lusso. Lei come una vera mamma mi obbligò a mangiare, perché sennò, diceva che mi sarei sentita male e non avrei avuto le forze per affrontare la giornata. Ancora una volta per non offenderli mangiai qualcosa, anche se volevo morire in realtà. Feci bene! Comunque tornando a noi. Li ringraziai di tutto e li salutai… Non era finita lì, seconda cosa strana, mi accompagnarono in aeroporto perché la tizia aveva paura che mi potesse succedere qualcosa a quell’ora in stazione a Milano. Arrivati a Malpensa: parlammo un po’, scherzammo e poi ci salutammo. L’ultima cosa che ci dicemmo fu, quando sarei tornata. Così si sarebbero fatti trovare in stazone centrale per una colazione e un saluto veloce.

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Arrivai a Budapest e anche se c’ero già stata, non avevo la più pallida idea di come arrivare allo Sziget. Fortunatamente, l’aereo era pieno di ragazzi che si dividevano tra i due festival che c’erano in quel periodo: Sziget e Ozora. Fatto sta, che incontrai questa strana ragazza che doveva raggiungere i suoi amici arrivati il giorno prima. Fu un pellegrinaggio durato 3 mezzi e costato 1.10 euro, dove questa ragazza, simpaticissima, mi raccontò tutta la sua vita. Arrivate all’entrata dello Sziget sparisce nel nulla… bhò…

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Riuscita a reperire i miei braccialetti sparsi per tutto il festival, in quanto io reporter, cercai il campeggio italiano senza avere successo. Decisi così di accamparmi prima con i belga, per poi spostarmi tra gli amanti di Elvis (perché dovete sapere che si creano gruppi dello stesso stato o di stessi fan che si accampano tutti insieme e mettono una bandiera identificativa). Ed è proprio lì, con i fan di Elvis che trovai 2 buon samaritani, di origine olandese, che mi accompagnarono nel campeggio italiano. Finalmente a casa, mi resi conto di non aver portato la tenda. Così scoprii anche che c’era un supermercato dalle strane cabine di sicurezza lì vicino. Tornata al campeggio, piazzai la mia tenda in mezzo a centinaia di migliaia di altre tende. Feci un giro, parlai con un po di persone, e mi ritrovai arruolata ad un esercito bizzarro per caso. Erano dei ragazzi dell’est vestiti in mimetica che prima mi misero un cappello militare in testa, e poi cercarono di parlarmi nella loro lingua. Finì ridendo davanti a dei bicchieri di birra e del pollo, non capii mai niente di quello che dissero però ridemmo tanto. Stanca morta me ne andai a dormire abbastanza presto quella sera. Il caso volle! che mi trovai all’improvviso dei vicini francesi scassa coglioni. Mi entrarono in tenda chiedendomi di uscire, perché volevano offrirmi della birra (per i rapporti di buon vicinato -.-‘’). La mattina seguente alle 6.00 a.m. già in piedi, passeggiando tra le strade desertiche del festival, scrutai uno strano individuo. Era un ragazzo che vagava senza meta. Mi si avvicinò e parlammo per mezz’ora in inglese non capendoci. Dopo scoprii che era italiano. Feci un giro insieme a lui perché insistette per farmi vedere le architetture, poi chiedemmo ospitalità in una tenda altrui e ci fermammo a dormire per un po lì.. Ce ne andammo u’oretta dopo, e boh! Si levò i pantaloni in mezzo alla strada e mi chiese se volevo, SOLO, andare a dormire con lui. Ovviamente dissi di no, e le nostre strade si divisero. Continuarono a succedere cose divertenti/assurde, fino a che non giunse la data in cui dovetti tornare in Italia.

  

Faccio un premessa, durante la durata del festival mi sentii per e-mail con i 2 tizi del couchsurfing, che ogni tanto mi chiedevano come andava. Insomma atterrai a Malpensa e presa da un’adrenalina misto paura iniziai a correre verso il pullman in partenza, che mi avrebbe portato in stazione centrale. Quando ad un tratto sentii pronunciare il mio nome in vano. La fonetica risuonò nelle mie orecchie come se mi avessero presentato alla notte degli oscar. Non sapevo se provare inquietudine o felicità alla vista di Lorenzo e Michel. Subito il mio cervello cominciò a creare degli strani disegni astratti senza senso e mi chiesi con incessante ripetizione:-‘’Ma che cazz…??’’ …. Mi erano venuti a prendere in aeroporto, si trovavano da quelle parti dissero. Ora! Su che ci facessero nei dintorni di Malpensa, alle 9 del mattino, non mi e stato mai dato saperlo. Comunque mi portarono in stazione, facemmo la così detta colazione, gli raccontai cosa avevo fatto e li salutai con un abbraccio.

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Gli scrissi due giorni dopo, perché sarei dovuta tornare a Milano per un lavoro, non ricevetti mai più risposta. Spariti nel nulla, come se non fossero mai esistiti.

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Il parere di una mia amica? -‘’secondo me hai beccato due ricchi annoiati che non possono avere figli, quindi ti hanno adottata per quei giorni e poi ti hanno dimenticata rimpiazzandoti con un’altra persona’’. Forse aveva ragione o forse no! Però fu bello e inquietante allo stesso momento.

 

Sono felice di averli conosciuti.

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Ora è l’1:52 a.m. del 17 agosto 2013 non riesco a dormire  proprio ora mi è venuta la nostalgia….

Ricordo emozioni vissute in uno dei migliori festival europei, ondate di persone che arrivavano dal nulla di corsa, io ”abusiva” in corsia fotografi a neanche 10 cm da Skin che camminava sulle persone, i mega schermi, l’assurda discussione con Regina Spektor, le persone ubriache, la tipa che mi chiedeva di farla passare, il vomito, l’acqua, i matti, persone vestite da animali dello zoo, alcol a fiumi, gente persa, gente trovata, amici del momento, le orecchiette pugliesi, i ragazzi impezzati, la tenda dai sconosciuti personaggi, forse il divano più grande del mondo, i francesi scassa palle (amici miei), gli amanti di Elvis, Marco Polo e Adolf Hitler, i bagni più osceni mai visti in vita mia, i bizzarri militari, l’intervista a cazzo, gli aperitivi Vip. 

 

Bei ricordi…

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