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LE DUCHESSE DI CASERTA

Questa non si può definire una vera e propria vacanza all’avventura come la intendo io, ma un’avventura lo è stata lo stesso.

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19/07/2013 ore 6:00 del mattino:

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2 settimane prima mi chiama la mia amica, Giulia, che avevo visto una sola volta nella mia vita. Giulia è un’attrice, fotografa e web designer. Oltre ad essere molto estroversa, con lei capita spesso di fare conversazioni ‘’filmiche’’ nel senso che sembra proprio di stare in un film mentre lei recita (un po come centovetrine). Insomma mi chiamò dicendomi se volessi andare con lei una settimana a Caserta per andare a trovare dei suoi amici (non voleva partire sola). Così dopo qualche conteggio di money e date (avevo in programma altri viaggi sia di lavoro che di piacere, oltre la Danimarca) decisi di dirgli di sì.

 

Tornata dalla Danimarca 2 giorni prima, senza aver dormito più di 3 ore di seguito, prendemmo il fantastico treno Italo alle 6 del mattino scontato del 300% che ci fece arrivare a Napoli in tempi record alla modica somma di 30 euro compreso il ritorno.

 

Appena arrivate a Napoli, spaesatissime e sommerse dalla folla cercammo di trovare un informazione vitale per il nostro viaggio, chiedendoci: ‘’Dove cavolo si prende il treno per Caserta?’’. A quanto pare un treno speciale dato dove si trovava (aveva altri 2 treni dietro, strano!… mai vista una cosa simile in anni che viaggio). Comprammo il biglietto e mentre corremmo come delle forsennate per non perderlo e non aspettare altre 2 ore, ci rendemmo conto che non avevamo convalidato e che lì la macchinetta non c’era. 2 ragazze incontrammo sulla nostra via, ci dissero che bastava scrivere dietro ora e data e che andava bene lo stesso. Così lo facemmo. Inutile dire che salì il controllore. Ci chiese il biglietto e  poi si arrabbiò per il fatto che non avevamo convalidato e che dovevamo dirglielo subito. Sintesi: voleva farci una multa di 80 euro a testa. Al che cercammo di spiegare la situazione come delle disperate mentre gli altri passeggeri del vagone si facevano 2 risate. ‘’Che cavolo ridono?’’ ci domandammo. Vabbè tra un tira e molla alla fine il controllore ci disse che doveva farci la multa, ma lì eravamo a Napoli quindi non ce l’avrebbe fatta. A quel punto capimmo tutto, e ancora con l’infarto in corso ci facemmo 2 risate anche noi (ps: il controllore, ovviamente, ci prese per il culo  tutto il tempo, anche dopo scese dal treno -.-‘’). Sempre mentre eravamo nel nostro vagone, la mia amica lesse per caso. durante una fermata, la parola ‘’rione’’ su un muretto. Al che mi chiese:-‘’cos’è un rione?’’ e un’altra parola in napoletano, ammetto che non seppi rispondere. Ma a quanto pare non ce n’era bisogno, tutta la gente del vagone rispose al posto mio anche quelli seduti a chilometri di distanza (fu bellissimo ahhahahha). Sbarcate a Caserta ‘’dov’è l’hotel?’’, ‘’vicino la stazione’’ rispose Giulia. Dell’hotel non c’era proprio traccia. Riassumendo: aveva confuso i nomi e aveva prenotato l’hotel sbagliato a 3 paesi di distanza da Caserta. Non so perché, ma non fu così tragico finché non salimmo su sto pullman che saliva, saliva, saliva tra stradine isolate e strette, non si fermava mai. Quando scendemmo avremmo voluto essere sconvolte ma eravamo troppo stanche. Andammo in hotel (tra l’altro bellissimo e con persone cordiali e gentili) prendemmo le chiavi della stanza e andammo subito a dormire. Dormimmo per ore, ci svegliammo alle 7 di sera e andammo in centro con un autobus dove l’autista guidava con una gamba fuori dal finestrino (lì la guida è free). Arrivate a Caserta, decidemmo di cenare in un ristorante suggerito dagli amici di Giulia chiamato ‘’Las Vegas’’. Così, non sapendo dove si trovasse, cercammo qualcuno per chiedere info. Incontrammo 2 vecchietti e la mia amica prontamente, con accento milanese, gli chiese: ‘’scusate sapete dov’è il ristorante Las Vegas?’’, i vecchietti risposero con accento napoletano:’’no, no noi non parliamo la tua lingua’’. Appena ci allontanammo un po inutile dire che scoppiammo a ridere, fu un’esperienza straordinaria.

 

Va beh continuando a camminare alla fine lo trovammo da noi. Finito di mangiare ci raggiunsero gli amici di Giulia, stemmo con loro quasi tutta la notte e poi ci riaccompagnarono in macchina in hotel. Il giorno dopo, ci svegliammo nel pomeriggio e affamate chiedemmo alla reception se ci fosse un alimentari li vicino. Fortunatamente c’era. La signora dell’alimentari era molto cordiale e gentile, ci preparò panini e pizza per tutta la nostra permanenza in quell’hotel. Fu la nostra salvezza. I giorni seguenti li passammo più o meno allo stesso modo ma con l’unica variazione che i giorni seguenti, dopo che alcune persone del posto ci rassicurarono dicendoci che 2 giorni prima avevano sparato a un ‘’kebabbaro’’ per un po di ketchup al centro di Caserta e che c’era gente che scippava, felici e tranquille risalivamo la strada per il nostro hotel alle 4 del mattino. Attraversando, ripeto, ben 3 paesini tutti in salita con i ranger (guardate, non so proprio il perché, vi prego non fatemi domande a riguardo) che ogni tanto passavano allegramente nella loro autovettura bianca e verde.

 

Vabbè devo dire che però la gente era molto accogliente e cordiale, rassicurante un po meno. Si mangia benissimo, i prezzi sono bassissimi, i locali volendo ci sono (soltanto che a parer della old school non sono raccomandabili). Ci sono anche molti monumenti per la città tra cui la famosissima Reggia che noi, ovviamente, non abbiamo visitato anche se ve lo consiglio (è enorme, prende metà Caserta e vengono da tutto il mondo per vederla). Così si concluse la nostra vacanza. Abbandonai la mia amica sul treno scendendo a Roma per poi tornare nel mio amato Abruzzo a mangiare arrosticini.

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